Il bosco d'alto fusto
Contrariamente a quanto molti credono, un bosco d'alto fusto, o fustaia, non è un bosco costituito da piante molto alte. Sono invece chiamate così i boschi formati da alberi singoli, nati dalla germinazione del seme e non dal ricaccio di polloni da ceppaie tagliate in precedenza (bosco ceduo).
Poiché tutte le piante producono semi che possono germinare, il bosco d'alto fusto può essere composto sia di conifere che di latifoglie; ma essendo le latifoglie per lo più governate a ceduo, il bosco coincide spesso con il bosco di conifere.
La selvicoltura ha il compito di tagliare il bosco nei modi più opportuni, affinchè i semi caduti dalle piante mature trovino le giuste condizioni di luce ed il terreno adatto perché possano germinare. Il taglio degli alberi più vecchi, eliminando la copertura (la chioma) permette alle luci di filtrare fino al terreno, facendo crescere nuove piante che rinnovano il bosco. La creazione di radure e di aperture può inoltre favorire la nascita di specie arboree e arbustive diverse da quelle principali, rendendo così il bosco più ricco, resistente ed adatto alla vita degli animali. Diverso, e comunque molto frequente, è il bosco di alto fusto di latifoglie. Nelle valli ossolane, come sul resto delle Alpi, le fustaie di latifoglie sono quasi unicamente costituite da faggete pure e coetanee, ossia composte di sole piante di faggio aventi approsimativamente la stessa età.
Fustaie pure o miste, coetanee o disetanee
Il bosco di alto fusto può essere puro o misto, ossia composto da una sola o più specie, ed essere coetaneo (composto da piante aventi la stessa età) o disetaneo (piante di età diverse).
Se osserviamo una fustaia, possiamo vedere come la densità delle piante che la compongono ne condiziona la forma e soprattutto la loro chioma. Fustaie adulte, coetanee e dense (come il rimboschimento artificiale) hanno piante con fusti piuttosto slanciati e privi di rami nella parte bassa. Fustaie disetanee e miste hanno invece anche piante con rami e chioma più grandi inseriti lungo l'intero tronco.
La moderna selvicoltura, attraverso tagli colturali, tende ad ottenere fustaie miste e disetanee, con piante giovani e piante vecchie, di diverso diametro e di specie diverse. Questo è un bosco non solo più funzionale sotto l'aspetto ecologico, in quanto rappresenta un ecosistema più naturaliforme e perciò più stabile nel tempo, ma anche duraturo e resistente alle avversità e ai parassiti; ma è anche più bello esteticamente, per la sua variabilità di forme e colori.
Nella zona della Val Quarazza, possiamo osservare una fustaia mista, composta in prevalenza da abete rosso e larice. Salendo invece di quota i boschi diventano fustaie pure di larice.
° Le tipologie di alberi °
Larice
È l'unica conifera dei nostri boschi che perde gli aghi d'inverno. Vive alle quote più elevate in montagna, fino al limite della vegetazione arborea, formando i tipici boschi, spesso radi, uniti ad arbusti come il rododendro e l'ontano nero. A quote meno elevate forma, invece, boschi misti con specie diverse. Più basso dell'abete (raggiunge i 35-40 m), ha corteccia rosastra, con grandi fenditure negli alberi adulti, e una chioma rada, leggera, verde chiaro d'estato e giallo dorato in autunno, formata da aghi lunghi 2-4 cm riuniti in fasci e inseriti sui rami. Le pigne ovidali, piccole (2-4 cm) possono rimanere sulla pianta anche per svariati anni.
Abete rosso
L'abete rosso è chiamato così per la sua corteccia di colore rossastro. Il tronco è cilindrico, la chioma piramidale, verde cupo e può raggiungere anche i 50 m di altezza. Gli aghi sono disposti a spirale sui rametti e le pigne, dette strobili, si presentano pendule, cilindriche, lunghe 10-15 cm. A maturità cadono a terra integre e possono essere rinvenute nei pressi della pianta. È il tipico albero di natale e forma boschi generalmente misti a faggio e abete bianco alle quote inferiori, a larice a quelle più alte.
Abete bianco
L'abete bianco, così chiamato per le due strisce biancastre sul lato inferiore degli aghi, è una specie diffusa sulle Alpi, dove forma boschi puri, o, più frequentemente, misti associandosi con il faggio e l'abete rosso. I rami sono inseriti in palchi orizzontali, disposti a distanza regolare sul tronco. Questa caratteristica facilita la determinazione dell'età, considerato che ad ogni anno di vita corrisponde un palco nuovo di rami. La corteccia, è grigia e gli aghi, solitari, sono disposti a pettine sul ramo in due file opposte. Le pigne erette, lunghe 10-15 cm, a maturità perdono i semi e lasciano sul ramo il solo asse centrale eretto.
Faggio
Il faggio, per la sua diffusione, ha notevole importanza forestale. Può formare boschi, di soli faggi (faggete) o misti, con abete bianco, abete rosso, larice e altri latifoglie. Viene spesso governato a ceduo e produce ottima legna da ardere. È un albero di prima grandezza (fino a 15 metri), a corteccia liscia colore grigio cenere, foglie caduche e ovali, di colore verde, più scuro e lucente sulla faccia superiore. In autunno diventano arancione, poi rosso bruno. I frutti sono piccole capsule legnose di forma ovale allungata, chiamate faggiole, che si aprono a maturità liberando i semi contenuti.