Acqua Vanzonis
Vanzone con San Carlo
Nei pressi di S. Carlo s'incontra un Rio caratterizzato, nel greto, da un colore ocraceo per cui è detto "Crotto Rosso".
Il colore è provocato dai depositi dell'acqua fluente dalle antiche "Miniere dei Cani", situate a 1500 s.l.m., dove si estraeva l'oro dai giacimenti pirito-auriferi formati da arseno piriti e calco piriti aurifere.
Dalle miniere sgorga una sorgente arsenicale-ferruginosa con la presenza di acido carbonico che, scorrendo in aria libera è motivo della colorazione rossastra del greto. La scoperta delle sorgenti è antichissima, ma solo nel secolo scorso si sono iniziate ricerche sistematiche per la loro utilizzazione.
Partendo da un Giovanni Albasini che nel 1820 trovò una quantità notevole di arsenico segnalandone la possibilità di un utilizzo a scopo terapeutico, si arriva alla valorizzazione della sorgente da parte del medico condotto di Vanzone dott. Attilio Bianchi (1871 - 1953) fece fare serie analisi chimiche complete con studi idrogeologici e igienico biologici raccogliendo relazioni e giudizi di numerosi medici primari e di istituti sanitari.
Divenuto direttore della nata "S.p.A. Miniere arsenicali", pubblicò un opuscolo nel 1910, segnalando che in Vanzone sarebbe stato aperto un "Kurhaus" per la cura delle malattie cutanee, nervose, anemiche e di nevriti con bagni e fanghi.
L'acqua era venduta anche in bottigliette per la cura a domicilio. Nel 1916 le cure erano fatte presso l'Albergo Regina di Vanzone dove l'acqua veniva trasportata in recipienti di vetro e legno, dalla sorgente posta a 1473 metri sono ai 700 metri di quota del capoluogo.
Riprese interesse lo sfruttamento della sorgente nel 1961 ad opera della "S.p.A. Terme del Monterosa" per l'interessamento della Comunità Montana e del dott. Piero Fabbri, ma l'immatura scomparsa di quest'ultimo e vicende varie ne impedirono la riuscita.
L'amministrazione comunale di Vanzone è attualmente interessata ad un ennesimo tentativo di utilizzazione delle fonti, ben consapevole degli enormi vantaggi che ne deriverebbero al comune e all'intera Valle Anzasca.