Ceppo Morelli

Ceppo Morelli

LE STREGHE DI CANFINELLO.

A Canfinello, frazione del Comune di Ceppo Morelli, viveva un bambino con due donne, la mamma e la zia. Molte volte alla sera lo lasciavano da solo e se ne andavano senza dirgli dove. Lo mandavano a dormire nell'altra stanza e, da sotto una pietra del camino prendevano un barattolo con dentro un unguento: si ungevano la fronte, i piedi e le mani, poi dicevano qualche parola, si attaccavano alla catena del camino e scomparivano.

Il bambino una sera si accorse di questa cosa perchè aprendo un poco la porta della camera vide quello che facevano, le fece andare via e provo anche lui a fare la stesasa cosa. Sollevò la pietra del camino, prese il barattolo, si unse dicendo le paroline e si attaccò alla catena....

Si ritrovò in un grande locale con tanta gente, tra cui mamma e zia. In quella stanza si mangiava, si beveva, si ballava e veniva butatta a terra tanta roba da mangiare. Il bambino, che a casa sua faceva la fame, disse: "che peccato"...appena pronunciate queste parole si ritrovò da solo al buio in una cantina. Urlò talmente tanto che arrivò il proprietario che vedendo il disastro gli chiese cosa fosse successo. Il bambino non sapeva spiegare nulla. Allora gli chiese dove andava a messa e lui rispose a Vanzone. 

Il proprietario si meravigliò molto che quel bambino venisse da cosi lontano perchè loro si trovavano in Romagna. Lo riaccompagnarono a casa, dopo aver fatto chilometri e piedi lungo la mulattiera della valle e lo consegnarono alle autorità. Le due streghe vennero bruciate su una catsta di legna. 

 

STORIA DI ZACARELLO

Tanto tempo fa si dice che ... Carlo Magno in persona di passaggio con i suoi uomini verso la Svizzera, trascorse una notte nell’antica Pieve Vergonte ospite dell’unica umile casa che trovò aperta. Per ringraziare donò alla figlia della proprietaria Zachina niente di meno che la sua corona d’oro. Questo dono suscitò l’invidia in paese del governatore Cremius che mandò il suo servo Zaccarello a prendere il dono. Tra i due giovani fu amore a prima vista, tanto che il ragazzo suggerì a Zachina di scappare subito dal paese e nascondersi nella valle poco abitata. Zachina con la corona e le sue 6 pecore fuggì e girovagò per lungo tempo prima di riuscire a costruirsi una buona protezione sotto a una “balma”. Passarono le stagioni e Zachina sopravvisse mangiando ciò che la natura offriva e vestendosi con abiti di lana grezza di pecora. Un giorno la ragazza trovò nel bosco un uomo ferito e malato, riconobbe in lui Zaccarello, fuggito dalle prigioni dove era stato rinchiuso dopo la fuga di Zachina. Il tempo passava e la vita scorreva serena, ai due presto si riunì anche la madre e lo zio di lei sfuggiti anch’essi alle cattiverie di Cremius. I ragazzi ebbero un figlio Catone che cresceva forte e robusto, ma solo. Passarono altre stagioni e un dì alla balma di Zacarello si avvicinarono un gruppo di persone fuggite dalle guerriglie di Varallo, tra loro la giovane Lucrezia che divenne moglie di Catone e madre di Samone Catone. Si formò un vero e proprio villaggio, Giacaril, poi ci si ingrandì ancora formando Canfinello e negli anni le frazioni di Ceppo Morelli. Ancora oggi la “Balma di Giacaril” ricorda al passante la forza e la tenacia di quelle persone che tanto hanno avuto dalla natura contraccambiandola con il rispetto.