Sentiero dei Minatori πŸŸ’β˜€

Sentiero dei Minatori πŸŸ’β˜€

Macugnaga - Ceppo Morelli

Lunghezza complessiva: 8,5 Km
Tempo stimato: 4h
Altitudine partenza: 853 m
Altitudine arrivo: 1372 m
Dislivello: 519 m
Periodo consigliato: giugno-ottobre

Difficoltà E (escursionistica)

Il percorso è siglato con B00 eB98, basta seguire il segnavia e i cartelli segnaletici


Il Sentiero dei Minatori si sviluppa dall’abitato di Campioli (Ceppo Morelli) fino al nucleo di Crocette (o “Città Morta”) in Val Quarazza, toccando numerosi luoghi della storia mineraria dell’alta valle legata allo sfruttamento dei filoni di quarzo con minerali metallici (soprattutto pirite e arsenopirite) contenenti oro a tenore variabile.

L’attività mineraria è tracciabile con buona continuità sulle fonti scritte dalla metà del Seicento per arrivare fino al Novecento e ha lasciato sul territorio una quantità notevole di opere in sotterraneo e in superficie.

L’itinerario permette di toccare i luoghi più significativi dell’estrazione e della lavorazione del minerale aurifero, dove sono ancora visibili imbocchi e tracciati di gallerie, impianti di trasporto e trattamento, depositi di materiali o alloggi delle maestranze impiegate.

Qui sotto trovate la cartina da scaricare del sentiero.

Non è un semplice itinerario allo scopo di valorizzare il patrimonio minerario dell’alta valle Anzasca, ma un vero e proprio cammino per tenere viva la memoria di quanti in quei luoghi hanno lavorato, sofferto e anche lasciato la propria vita.

campioli
Questo è sicuramente il significato profondo del Sentiero dei Minatori, che si sviluppa dall’abitato di Campioli  fino al nucleo di Crocette (o ‘Città Morta’) in Val Quarazza toccando i luoghi più significativi nei Comuni di Ceppo Morelli e Macugnaga dove è avvenuta l’estrazione e la lavorazione del minerale aurifero e in cui sono ancora oggi visibili imbocchi di gallerie e resti di impianti di trasporto o trattamento, depositi di materiali o ancora alloggi delle maestranze impiegate.
L’attività mineraria in alta valle Anzasca può essere ricostruita con buona continuità sia con fonti scritte a partire dalla metà del Seicento per arrivare fino al Novecento sia grazie alle testimonianze visive presenti sul territorio: opere in sotterraneo e in superficie, che sono parte integrante della storia di Macugnaga.
Lungo l’itinerario, nei siti di maggiore interesse, sono posizionati pannelli illustrativi corredati da testi e immagini storiche, diventati stazioni di sosta e di approfondimento informativo.
Partendo da Campioli (Comune di Ceppo Morelli), sulla destra sono visibili i resti dello storico stabilimento minerario dove avveniva la lavorazione della pirite aurifera.
Oltrepassando il torrente Anza si notano i ruderi sia del ponte su cui passavano i carrelli con il minerale destinato allo stabilimento sia del ponte romanico


Ed ecco il Ribasso Morghen, uno degli imbocchi principali  da cui i minatori accedevano, con un trenino, alle miniere


Proseguendo lungo il tracciato di una strada bianca  recentemente realizzata, arriviamo in località Morghen  - antico confine fra la Valle Anzasca e la Valle di Macugnaga dalla parlata Titsch -, luogo carico di leggende, storia e oggi caratterizzato da una partecipata festa tradizionale (la terza domenica di luglio).


Ripreso il tracciato della “Strà granda”,  la mulattiera medioevale che da Piedimulera porta al Monte Moro e quindi in Svizzera, Canton Vallese, proseguiamo il viaggio entrando nel cuore della zona mineraria pronti a camminare nella memoria.

Troviamo la segnalazione per il Lavanchetto, sito minerario posto a 1674 metri di quota, raggiungibile solo attraverso un impegnativo sentiero. Quassù lavorava, tutto l’anno, un gruppo di minatori. C’erano i dormitori, la mensa, il campo da bocce e diverse miniere d’oro. Attualmente, il secondo/terzo sabato di luglio, viene celebrata la S. Messa dinanzi alla Cappella dei Minatori  e poi distribuita una fumante polenta a tutti i partecipanti.

Riprendendo il cammino, si passa in sponda orografica sinistra e si arriva a Pestarena,  centro principale delle miniere d’oro.


Qui si possono ammirare importanti testimonianze:
Pozzo Maggiore: era l’entrata principale per le maestranze che scendevano nelle viscere della terra per estrarre l’oro del Monte Rosa.


Pesta: mulino a pestelli, antico attrezzo meccanico utilizzato per macinare il minerale aurifero. L'attuale Pesta è una riproduzione fedele di quella che c'era un tempo a Pestarena e costituisce un'eccezionale peculiarità museale. Poco distante la riproduzione di alcuni minatori  e poco sopra la Madonnina tutta d’oro che protegge il piccolo paese.


Casa del Minatore: un minuscolo spazio museale dov’è racchiusa molta della storia del paese. Interessante il documento cartaceo recante i nominativi di coloro che qui hanno lavorato fra il 1935 e il 1963.
Polveriera: fabbricato ben ristrutturato dove l’Associazione “Figli della Miniera” ha realizzato il “Presepe del Minatore” con la fedele ricostruzione dell’ambiente minerario. 


Lasciato Pestarena, il paese dell’oro, la mulattiera ci conduce a Fornarelli  per toccare poi la miniera della Guia e inerpicarsi infine verso la val Quarazza per raggiungere Crocette - conosciuta anche come Città Morta o in Titsch, Zemarvall -  sede di un altro stabilimento minerario aurifero.


Sentiero dei Minatori                                       traccia gpx

Per maggiori informazioni si rimanda al sito www.figlidellaminiera.com

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