I Walser e la religione

I Walser e la religione

⚫ Religiosità e culto tra i Walser
(tratto da Sportello Walser) - testo a cura di Beba Schranz

Quando i Walser, nel corso del secolo XIII, lasciarono il Vallese e migrarono in Piemonte attraverso i passi delle Alpi Pennine e Lepontine, portarono con sé immagini religiose care e, probabilmente, anche sacerdoti della loro lingua.

A Macugnaga, nella Chiesa Vecchia, si conserva ancora una statua della Madonna col Bambino, semplice e primitiva, forse legata al tempo della migrazione attraverso il Monte Moro. Un documento del 7 giugno 1317 attesta la presenza di un prete beneficiato nella chiesa di S. Maria, segno che la comunità era già parrocchia autonoma con sacerdote di lingua tedesca.

È certo che l'antica Chiesa di S. Maria è l'attuale Chiesa Vecchia, in stile gotico primitivo. Mentre il culto dei santi Nicola e Teodoro (Teodulo) era molto diffuso tra i Walser d'oltralpe, nelle colonie piemontesi e valdostane è quasi scomparso. Tuttavia, documenti provano che S. Teodoro era venerato a Macugnaga e aveva un altare dedicato già nel 1501, per implorare la protezione dalla grandine.

La statua lignea di San Teodoro faceva parte della magnifica ancona dell'altare maggiore, distrutta nel 1720. Anche S. Nicola era molto onorato: a lui era dedicato l'oratorio di Quarazza, poi sommerso da un bacino artificiale. Per antica consuetudine, gli uomini di Macugnaga eleggevano il proprio parroco, spesso macugnaghese o proveniente da altre comunità Walser, sempre con buona conoscenza del tedesco.

Nel tempo, l'autorità morale del clero si affievolì, anche a causa dell'emigrazione maschile e del contatto con ambienti meno religiosi. Eppure la fede popolare lasciò tracce concrete: il maestoso tempio parrocchiale, costruito con enormi sacrifici economici e impegno fisico dalla comunità, ne è testimonianza.

(notizie attinte da: "I Walser" di Renzo Mortarotti, Ed. Giovannacci, Domodossola 1979)